L’Ascesa di una Leggenda: nei primi anni ’40, il Torino Calcio, sotto la guida del presidente Ferruccio Novo, adottò la rivoluzionaria tattica “sistema” o “WM” sviluppata dall’inglese Herbert Chapman dell’Arsenal. Questo approccio tattico permise al Torino di dominare il calcio italiano con una formazione equilibrata e dinamica, incentrata sul controllo del centrocampo. Con l’arrivo di giocatori come Valentino Mazzola ed Ezio Loikdal Venezia, il Torino iniziò a formare quella che sarebbe diventata la leggendaria squadra del Grande Torino.
Storia del colore Granata
La scelta del colore granata per la maglia del Torino FC ha una storia affascinante e complessa, intrecciata tra leggenda e realtà storica. Originariamente, la maglia del Torino era a strisce nere e arancioni, colori ereditati dalle precedenti squadre da cui il club trasse origine. Tuttavia, il passaggio al granata avvenne per diversi motivi.
Una delle teorie afferma che la scelta del granata sia stata influenzata dalla famiglia Savoia, una famiglia storica di Torino. Il granata era un colore legato a decisioni familiari e belliche di Luigi Amedeo di Savoia, che lo scelse come tonalità per la Brigata Savoia dopo la liberazione di Torino dall’avanzata dell’esercito franco-ispanico nel 1706. Questo colore avrebbe quindi un significato patriottico e di liberazione.
Un’altra teoria sostiene che la scelta del granata sia stata influenzata da Alfredo Dick, fondatore del club e tifoso del Servette di Ginevra, il cui colore sociale era appunto il granata. Questa versione ha un tono più legato al gusto personale e all’ammirazione per un altro club calcistico.
Infine, esiste una spiegazione legata ai colori giallo e nero originariamente adottati dal club, che erano associati agli imperatori Asburgo, detestati dal Duca degli Abruzzi, importante figura nella storia del club. Per evitare di utilizzare questi colori, si decise di cambiare, e dopo aver scartato l’azzurro, storico colore di Casa Savoia, si optò per il granata.
L’era dei trionfi
Il Grande Torino si affermò come una delle squadre più forti nella storia del calcio, vincendo cinque scudetti consecutivi tra il 1942 e il 1949. Questo periodo di dominio vide il team stabilire numerosi record, tra cui il maggior numero di reti in una stagione, la vittoria più ampia e una serie ininterrotta di risultati utili. Il Torino era riconosciuto per il suo gioco spettacolare, che divertiva e faceva sognare, incarnando lo spirito di un’intera nazione appena uscita dalla guerra.
Tragedia e immortalità
La tragica fine del Grande Torino avvenne il 4 maggio 1949, quando l’aereo che riportava la squadra da una partita amichevole a Lisbona si schiantò contro la Basilica di Superga. Questo evento non solo interruppe una sequenza di successi senza precedenti, ma segnò anche la fine di un’era nel calcio italiano. La città di Torino e il mondo intero si unirono nel lutto per questa incommensurabile perdita. Il titolo del 1948-49 fu assegnato postumo ai granata, e le rimanenti partite furono giocate dalla squadra giovanile del club.
L’eredità del Grande Torino
L’eredità del Grande Torino perdura nel tempo. La squadra non solo ha lasciato un’impronta indelebile nel calcio italiano e mondiale, ma ha anche incarnato i valori di spirito di squadra, passione e eccellenza. La loro storia è un simbolo di ciò che il calcio può rappresentare al di là del campo di gioco: unità, coraggio e la capacità di superare le avversità. Il Grande Torino rimane un punto di riferimento per generazioni di tifosi e giocatori. Un esempio eterno di grandezza nel mondo del calcio e per chi come Adriasport crede in tali valori.
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